NOVEMBRE NERO, AFFONDA IL MERCATO DELL’AUTO (- 8,3%)

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Di nuovo in rosso il mercato dell’auto in Italia a novembre. Finito l’effetto degli incentivi estivi, dopo un ottobre già negativo, le immatricolazioni di veicoli nuovi scendono in modo allarmante a 138.405 unità, in calo dell’8,3% rispetto alle 151.001 dello stesso periodo 2019. Il tutto in considerazione del giorno lavorativo in più sul novembre di quest’anno risulta ancora più allarmante. Da gennaio a novembre il buco ha toccato quota 515.000 vetture che in 11 mesi mancano all’appello rispetto al 2019, segnando un pesante calo del 29% (1.261.802 immatricolazioni complessive rispetto alle 1.776.501 del gennaio-novembre 2019).

“Le misure di sostegno alla domanda degli scorsi mesi – afferma Paolo Scudieri, Presidente di ANFIA – oltre ad avere un ruolo determinante per la ripartenza del mercato e per il rinnovo del parco circolante in chiave ecologica, hanno anche sortito effetti positivi sulla produzione di autovetture e componenti nel nostro Paese, a beneficio di una filiera industriale per cui il mercato domestico occupa un posto importante accanto ai mercati internazionali. Inoltre, con un mercato nazionale ed europeo ancora sotto pressione a causa della pandemia, negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un sensibile incremento del ricorso alla cassa integrazione da parte delle aziende automotive, una situazione che rischia di peggiorare se non verranno attivati, nel breve, interventi a supporto della domanda che prevediamo vengano ripagati dal maggior gettito fiscale generato, e, nel medio-lungo periodo, provvedimenti che accompagnino la transizione green e digitale della filiera. Ricordo, infine, la necessità di dare sostegno alla ripresa del comparto dei veicoli commerciali leggeri, che vanta un’importante presenza industriale in Italia e che, anche in conseguenza dell’impennata delle vendite online, sta assumendo un ruolo sempre più strategico nella logistica urbana delle merci”.

“Senza un nuovo intervento per il sostegno al mercato auto, il nuovo calo delle vendite – evidenzia Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente di FEDERAUTO – pone le nostre aziende nella necessità di riattivare la cassa integrazione che, comunque sia, non sarà sufficiente ad arginare la perdita di fatturato oggi attestata, rispetto al 2019, su un valore medio di -25%. I dati sul ricorso alla cassa integrazione nel periodo gennaio – ottobre 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, mostrano un aumento del 6.000%, per un ammontare di ore autorizzate superiore a 60 milioni. Sono dati eclatanti che inducono a riflettere sul costo di un mancato intervento a sostegno dell’auto”.

“Non possiamo non ricordare – aggiunge Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE – che gli incentivi estivi hanno rappresentato certamente una boccata di ossigeno per Costruttori e indotto industriale, ma soprattutto hanno prodotto un indubbio beneficio per l’ambiente: grazie agli incentivi, secondo i dati resi noti da Invitalia, sono state rottamate più di 120 mila vetture delle categorie fino a Euro 4, fortemente inquinanti e poco sicure, risparmiando alle nostre città oltre 155 mila tonnellate di CO2 su base annua. Ambiente ed economia hanno dimostrato di poter convivere bene se le manovre sono ben fatte”. “Auspichiamo – conclude Crisci – ugual misure sul 2021 con un rinnovo degli incentivi allo svecchiamento del parco auto per contrastare le attuali condizioni di recessione e una maggiore detraibilità dell’Iva per vetture aziendali, misura già in atto nei maggiori paesi europei e la cui assenza penalizza il nostro mercato perché ne riduce la competitività.”

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Analisi della struttura del mercato di novembre

In un mercato che nel mese di novembre è sceso in modo allarmante dell’8,3% a 138.402 unità (e che senza il giorno lavorativo in più evidenzierebbe una flessione del 12,7%), i privati si confermano l’unico canale di vendita a presentare un incremento delle immatricolazioni e le vetture ibride, plug-in ed elettriche le uniche in forte accelerazione.

L’analisi della struttura del mercato di novembre, sotto il profilo degli utilizzatori, indica una crescita del 12,2% nel mese per gli acquisti dei privati, che salgono di 12 punti di quota al 66,1% del totale. Negli 11 mesi la flessione è ancora del 20,5% a circa 811.000 unità (63,8% di quota). Nuovo forte calo per il noleggio (-19,4%), che scende a rappresentare poco più di 1/5 del mercato. Flettono entrambe le componenti: il breve termine perde il 15,4%, il lungo termine il 16,3%, con una flessione sia delle principali società Top sia delle Captive. Nel cumulato la flessione rimane pesante e pari al 36%, con il breve termine che perde il 54% dei volumi, mentre il lungo termine cede il 26,6% delle immatricolazioni. Le società registrano un ulteriore pesante calo del 45% in novembre, con meno di 19.000 immatricolazioni totali e una quota che scende al 13,5% (-9,2 p.p.), per una drastica frenata delle autoimmatricolazioni (-56%) a cui si affianca una riduzione del 10,4% delle altre società. Negli 11 mesi le società perdono il 45% delle vendite, portandosi al 14,4% di rappresentatività.

Il mese di novembre mostra una flessione a doppia cifra delle immatricolazioni di auto a benzina (-37,4%), diesel (-28,4%) e metano (-30,8%). Fra le alimentazioni cresce il Gpl (+14,3%) e una forte accelerazione continuano ad evidenziare le vetture ibride (+206,7%), plug-in ed elettriche che, grazie alle immatricolazioni di contratti precedenti che hanno beneficiato degli incentivi governativi, crescono nel mese rispettivamente del 403% e 350%. Le ibride superano il 23% di quota avvicinandosi rapidamente al 29% del diesel e al 31% del benzina; al 3,5% del totale le plug-in e al 3,4% le elettriche. Nel complesso, quindi, le ibride, plug-in ed elettriche raggiungono il 30% del mercato. Nel cumulato gennaio-novembre a fronte di una contrazione di quota di benzina, diesel e gpl e una stabilità del metano, crescono le vetture ibride al 15,5% del totale, le plug-in all’1,7% e le elettriche al 2%.

Tutti in calo nel mese i segmenti del mercato ad eccezione delle utilitarie del segmento B e dell’alto di gamma, grazie al contributo del noleggio che altrimenti porterebbe il segmento F in territorio negativo. Le city car perdono l’8,4% mentre flessioni a doppia cifra interessano i tre segmenti medi e superiori.

Fra le carrozzerie, leggera contrazione per berline e crossover (con questi ultimi che comunque proseguono un ampliamento della quota sul mercato), più accentuata per i fuoristrada mentre pesanti flessioni interessano tutte le altre carrozzerie, ad eccezione di un leggero incremento dei coupé.

L’analisi per area geografica evidenzia in novembre una riduzione per Nord Ovest, Nord Est e Centro Italia, risultati positivi per Sud e Isole.

Ulteriore riduzione per le emissioni medie di CO2 delle nuove immatricolazioni che scendono del 12,2% a 102,7 g/km rispetto ai 116,9 del novembre 2019. Nel cumulato le emissioni calano dell’8,3% a 109,2 g/km (119,1 g/km negli 11 mesi di un anno fa).

L’analisi per fascia di CO2 mostra un incremento delle immatricolazioni di vetture fino a 110 g/km, con la fascia da 61 a 110 g/km che sta ancora beneficiando dei contratti raccolti con gli incentivi governativi e che, parallelamente, ha eroso vendite nella fascia 111-160 che perde più delle fasce penalizzate dal malus e maggiori di 160 g/km di CO2.

Per chiudere con l’analisi del mercato dell’usato, i trasferimenti di proprietà di autovetture, al lordo delle minivolture, in novembre perdono il 12,1% con 295.546 passaggi rispetto ai 336.112 del novembre 2019. Negli 11 mesi la flessione è del 29,1% a 2.741.636 unità (3.864.731 nel gennaio-novembre 2019).