Nuovo Suzuki DF40A ARI: il fuoribordo senza patente con una spinta in più

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Pronti per vivere una giornata di mare in mare? Certo! La barca ha il pieno di benzina, le dotazioni di sicurezza sono già a bordo, con l’ancora, il frigo per il picnic, abbondante scorta d’acqua, snack e bibite, la cassetta da pesca con le canne, la borsa con i teli da mare e le creme solari, lo zainetto con libri e tablet, la sacca con le pinne e le maschere… meno male che il nostro natante è pieno di gavoni da riempire! Vengono a bordo anche gli amici dei figli? Nessun problema, più siamo e più ci divertiamo! Così, senza accorgersene, il comodo natante acquista via via peso fino al punto che quando poi si è in mare, planare col 40 HP diventa un’impresa e per fare un minimo di velocità bisogna procedere sempre a tutto gas.

Per chi si trova spesso in queste condizioni, e per chi vuole continuare a navigare senza patente quando acquista una barca più grande e di per sé già pesante, Suzuki propone il nuovo DF40A ARI, una parola che in giapponese vuol dire formica, proprio a sottolineare la straordinaria forza di spinta di questo piccolo motore in rapporto alle sue dimensioni.

Derivata dal più potente DF60AV, l’unità termica del Suzuki DF40A ARI ne riprende cubatura, 943 cc, e architettura, tre cilindri in linea, con tutti i benefici che essa porta rispetto ai quattro cilindri, a partire dalla compattezza e dal peso. Il Suzuki DF40A ARI ha, infatti, dalla sua il vantaggio della leggerezza, che si traduce anche in un rapporto peso/potenza più favorevole rispetto a un quattro cilindri e, sempre in virtù della sua architettura, può garantire un incremento dei valori di coppia, aspetto determinante per entrare velocemente in planata con l’imbarcazione.

Tre cilindri piuttosto che quattro, vuol dire anche avere un motore con meno parti meccaniche in movimento, quindi minori attriti e anche minori costi per manutenerlo. Aspetto, quest’ultimo, che sul Suzuki DF40A ARI viene amplificato dall’adozione di una catena di distribuzione in luogo della tradizionale cinghia in gomma, soggetta a usura e quindi a rotture che possono arrecare gravi danni al propulsore. Una fiche tecnica che rende il senza patente Suzuki unico sul mercato. Inoltre, è dotato di Self Adjusting Timing Chain, dispositivo grazie al quale la stessa catena di distribuzione è sempre perfettamente lubrificata e pretensionata in modo appropriato, non richiedendo manutenzioni e assicurando operatività e durata.

Dal DF60AV il Suzuki DF40A ARI eredita tutto il resto della meccanica, compreso il piede denominato Suzuki High Energy Rotation. Ed è proprio quest’ultimo a fare la differenza, a consentire alla barca pesante o appesantita, di planare rapidamente e di mantenere la velocità di planata col classico filo di gas, senza stress per l’unità termica e senza incidere sui consumi. Rispetto al classico DF40A, il Suzuki DF40A ARI riesce a fornire una spinta superiore del 42% in marcia avanti, migliorando l’efficienza del fuoribordo in accelerazione, addirittura, del 12%.

Tornando all’unità termica, la sua distribuzione è con 12 valvole comandate da doppio albero a camme in testa (DOHC), soluzione comune ai motori ad alte prestazioni che migliora potenza e la durata del motore. Altro vantaggio del motore tre cilindri sta nel contenimento dei consumi rispetto a un quattro cilindri, peculiarità enfatizzata sul Suzuki DF40A ARI dalla presenza dell’esclusivo sistema a combustione magra di Suzuki, il Lean Burn. Grazie a esso la potente centralina elettronica che gestisce istante per istante il motore, ne regola la miscelazione aria/benzina smagrendola, aumentando cioè la percentuale della prima e riducendo l’altra, per assicurare un’elevata efficienza con prestazioni superiori e consumi di gran lunga ridotti. Non va dimenticato che bruciare meno benzina e più aria vuol dire anche avere un impatto inferiore in termini ambientali.

Fra le dotazioni di questo potente fuoribordo ricordiamo la presenza dell’Easy Start che prevede l’avvio del motore in modo del tutto automatico a seguito dell’inserimento della chiave e del suo posizionamento nella posizione di start; il Tilt Limit che previene il sollevamento eccessivo del fuoribordo sullo specchio di poppa, con conseguente danneggiamento del motore o dell’imbarcazione; il Suzuki Troll Mode, grazie al quale è possibile gestire il règime minimo di rotazione modificandolo di 50 giri/min. a partire dal minimo e fino a 1.200 giri/min.; l’alternatore ad alta capacità da 19 A in grado di generare già al di sotto dei 1.000 giri/min. una corrente di 11,5 A, dunque, in grado di alimentare la strumentazione elettronica di bordo.