Mercedes MB4Rescue: auto moderne per addestrare i vigili del fuoco

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Die neue Sicherheitsinitiative MB4Rescue soll Bergung optimieren und so Leben retten. Dazu trainierten Feuerwehrleute aus Europa praxisnah an aktuellen Mercedes-Benz Modellen in der Crashhalle von Mercedes-Benz in Sindelfingen. Die Crashtest-Fahrzeuge sind dazu im Sinne der Nachhaltigkeit weiterverwendet worden. MB4Rescue ist zusammen mit der vfdb-Akademie (Vereinigung zur Förderung des Deutschen Brandschutzes) entwickelt worden und intensiviert den Austausch mit Expertinnen und Experten der Feuerwehren. Indem die Einsatzkräfte die Bergung verunfallter Personen praxisnah an aktuellen Mercedes-Benz Modellen trainieren können, sind sie besser auf reale Unfälle vorbereitet. The news MB4Rescue safety initiative aims to optimize rescue operations and thus save lives. To this end, Firefighter from Europe trained in a practical setting with current Mercedes-Benz models in the Mercedes-Benz crash facility in Sindelfingen. The crash test vehicles have been reused in the spirit of sustainability. MB4Rescue was developed in collaboration with the vfdb Academy (Association for the Promotion of German Fire Protection) and intensifies the exchange with experts from fire departments. By enabling emergency services to train in the rescue of accident victims in a practical manner using current Mercedes-Benz models, they are better prepared for real-life accidents.

Immaginate la scena: l’urto, il silenzio subito dopo, poi le sirene che tagliano la notte. Quando i soccorritori arrivano, oggi trovano spesso un paradosso su quattro ruote. Le auto moderne sono pensate per essere più sicure che mai per chi è dentro: scocche a deformazione programmata, acciai ad altissima resistenza, airbag ovunque, e nelle auto elettricheanche pacchi batteria protetti da strutture rigide. Tutto giusto. Ma quella stessa robustezza può trasformarsi in una barriera quando bisogna aprire l’abitacolo in pochi secondi. Da qui l’idea di Mercedes-Benz: non limitarsi a costruire vetture sicure, ma aiutare chi deve “entrarci” dopo un incidente grave. 

Quando la tecnologia corre più veloce dei soccorsi

Chi lavora sulle strade lo ripete da tempo: esercitarsi su carcasse vecchie non basta più. La maggior parte dei corsi di estricazione usa auto di dieci o quindici anni, destinate alla rottamazione. Peccato che una berlina attuale non sia lontana anni luce solo per infotainment o ADAS, ma per materiali e architetture. Tagliare un montante di una citycar di ieri è un conto; intervenire su un’ammiraglia con acciai speciali e zone rinforzate è tutt’altra storia, soprattutto se intorno passano cablaggi di alta tensione. L’obiettivo di MB4Rescue è proprio chiudere questo gap: far provare ai team di emergenza le tecniche di taglio e messa in sicurezza direttamente sui modelli di oggi, prima che si trovino a farlo “dal vivo”. 

Sindelfingen, dove si impara a distruggere per salvare

Il progetto è partito dal luogo più simbolico possibile: il Technology Centre for Vehicle Safety di Sindelfingen, il centro crash test Mercedes. Normalmente qui le auto vengono sacrificate per studiare l’impatto; in questa prima sessione pilota, invece, sono state “sacrificate” per insegnare a salvare vite. Soccorritori provenienti da Germania, Austria, Svizzera e Paesi Bassi hanno lavorato su cinque modelli attuali – CLAEQEEQSGLE e CLE – usando le stesse attrezzature che portano negli interventi reali. La differenza è enorme: vedere dal vivo dove corrono rinforzi e punti di taglio, come isolare le batterie, come neutralizzare i sistemi di sicurezza senza rischi. Ogni minuto guadagnato qui è tempo sottratto al trauma là fuori, dentro quella famosa Golden Hour in cui il soccorso medico fa la differenza. 

Vision Zero: la sicurezza non finisce col crash

Mercedes collega MB4Rescue alla sua Vision Zero, l’ambizione di azzerare le vittime della strada entro il 2050. È un traguardo che sembra lontano, ma che ha numeri davanti agli occhi: l’OMS stima circa 1,19 milioni di morti ogni anno per incidenti stradali nel mondo. 
Finora la partita si è giocata soprattutto “prima” del crash: ADAS, frenata automatica, assistenza alla guida, sistemi PRE-SAFE. Qui invece l’azienda sposta il faro sul “dopo”, un pezzo di sicurezza spesso meno raccontato ma cruciale. Condividere tecnologia e procedure con chi interviene sui sinistri è, di fatto, estendere la protezione oltre l’abitacolo.

Real-Life Safety: il feedback che cambia le auto di domani

C’è poi un aspetto quasi rivoluzionario: lo scambio è bidirezionale. I vigili del fuoco imparano a trattare un’auto high-tech in emergenza; gli ingegneri osservano le difficoltà reali e raccolgono indicazioni per progettare meglio. Mercedes chiama questo approccio Real-Life Safety: non basta superare i test di laboratorio, l’auto deve essere prevedibile e “leggibile” anche nel caos vero di una strada bagnata, con vetri rotti e secondi che scappano. Lo scenario è chiaro: le vetture saranno sempre più elettriche e sempre più robuste; senza un ponte con chi le apre dopo un incidente, la sicurezza resterebbe incompleta. 

Un modello destinato a fare scuola

Vedere una EQS tagliata in un centro crash test può sembrare uno spreco, ma è il contrario: è un investimento in competenze che domani può trasformarsi in estrazioni più rapide e meno rischiose. MB4Rescue nasce come pilota, ma l’idea è espandere la formazione in Europa e creare uno standard replicabile. È una scelta che parla al settore intero: la sicurezza, oggi, non è solo costruire “fortezze” per chi guida, ma anche renderle accessibili per chi salva.