C’è un momento preciso in cui la tecnologia smette di essere un numero da fiera e diventa presenza concreta nelle nostre vite. Per Hyundai MobED quel momento è arrivato all’International Robot Exhibition di Tokyo, l’iREX 2025, uno dei palcoscenici più importanti al mondo per la robotica mobile. Qui il piccolo droide su quattro ruote è passato da curiosità vista al CES 2022 a piattaforma robotica matura, pronta alla produzione in serie nella prima metà del 2026.
Non è più un esercizio di stile da stand futuristico, ma il primo robot di mobilità di massa sviluppato dal Robotics LAB di Hyundai Motor Group, pensato per vivere fuori dalle fabbriche e muoversi tra marciapiedi, uffici, ospedali, campus. Mentre altri costruttori inseguono l’ennesimo umanoide spettacolare, Hyundai MobED scivola a bassa quota tra rampe e cordoli come uno “skateboard intelligente” su cui puoi montare di tutto: un box per le consegne, una telecamera cinematografica, un modulo per la logistica interna. È il momento in cui la promessa della robotica mobile diventa infrastruttura quotidiana.
La magia dell’ingegneria: il robot che danza sul terreno
La vera magia di MobED non sta solo nell’aspetto, ma sotto la pelle. La piattaforma poggia su quattro moduli Drive-and-Lift (DnL), ognuno con ruota, sospensione e attuatori indipendenti. Mentre il robot avanza, ogni ruota può sollevarsi o abbassarsi in modo autonomo, regolando altezza e assetto in tempo reale. È come avere quattro gambe intelligenti che leggono il terreno e tengono il corpo centrale sempre nella posizione migliore.
Il risultato è una stabilità quasi surreale. Il piano resta orizzontale anche quando il robot Hyundai affronta un marciapiede, una rampa ripida o un pavé sconnesso. La combinazione tra sospensioni indipendenti, eccentric wheel e controllo elettronico permette a Hyundai MobED di “danzare” sul terreno, assorbendo le irregolarità come farebbe un’auto premium. È l’ingegneria di livello automotive prestata alla robotica, con la stessa ossessione per comfort, sicurezza e affidabilità che troviamo nei modelli stradali del marchio.
Democratizzare l’autonomia: l’AI alla portata di tutti
Quando si parla di robot Hyundai avanzati, si immagina spesso qualcuno che digita codici criptici dietro un monitor. Con MobED il paradigma cambia. Il cuore del sistema è un pacchetto di intelligenza artificiale che combina LiDAR e telecamere, capace di leggere l’ambiente, anticipare gli ostacoli, pianificare percorsi fluidi tra persone, scaffali e veicoli. Il robot non si limita a vedere, ma interpreta ciò che ha davanti e reagisce in modo naturale, evitando collisioni e imbottigliamenti.
Sopra questo cervello lavora un’interfaccia pensata per chi non è ingegnere: un controller touchscreen con visualizzazione 3D che permette di mappare gli spazi, definire aree operative, programmare missioni con pochi tocchi, come se si impostasse una rotta su una app di navigazione. È la traduzione concreta dell’idea di “Intuitive Autonomy”: tanta tecnologia sotto il cofano, ma una gestione semplice, che porta la robotica mobile più vicina all’esperienza di uno smartphone che a quella di un laboratorio di ricerca.
Un camaleonte hi-tech: design Refined Edge e piattaforma aperta
La prima impressione, osservando Hyundai MobED allo stand di Tokyo, è estetica. Il linguaggio “Refined Edge” mescola linee pulite e curvature morbide, con i sensori dell’intelligenza artificiale integrati quasi invisibilmente nella carrozzeria. Non sembra un macchinario industriale, ma un oggetto hi-tech di design, costruito con materiali automobilistici pensati per resistere ad anni di utilizzo tra interno ed esterno.
Sotto questa pelle lavora una piattaforma robotica modulare ispirata alla filosofia “Infinite Journey”: guide universali e API aperte consentono ad aziende, startup e centri di ricerca di montare moduli su misura. Oggi Hyundai MobED può fare il corriere dell’ultimo miglio; domani può diventare dolly intelligente per una troupe, dopodomani un assistente silenzioso in ospedale o in un campus universitario. Un solo hardware, infinite configurazioni, con un vantaggio semplice da capire: non dover più comprare macchine diverse per compiti diversi, ma aggiornare un’unica base robotica mobilesecondo le esigenze.
MobED Pro e Basic: due anime per la stessa visione
Per trasformare un concept in prodotto reale serve un’offerta che parli a pubblici diversi. Hyundai Motor Group ha scelto di partire con due versioni: MobED Pro e MobED Basic. La prima è il concentrato massimo di tecnologia, con tutti i sensori, la navigazione autonoma completa e la funzione “follow-me” per farsi seguire come un assistente fidato in magazzini, hub logistici o grandi campus. È il modello pensato per chi vuole mettere subito al lavoro il robot in scenari complessi, anche all’aperto.
MobED Basic, invece, è la tela bianca. Stessa meccanica eccentrica, stessa agilità sul terreno, ma senza il pacchetto di autonomia avanzata. È destinato a sviluppatori, università e laboratori che vogliono costruire il proprio software, i propri sensori e le proprie interfacce sopra la piattaforma del robot Hyundai. In pratica, un invito aperto alla community globale dell’innovazione a spingersi oltre ciò che il costruttore ha immaginato, sfruttando un hardware già validato a livello industriale.
Verso il 2026: dal salone alla città reale
La presenza all’iREX 2025 non è solo una vetrina, ma l’inizio del conto alla rovescia. Con la produzione di serie attesa per la prima metà del 2026, è realistico immaginare che nel giro di pochi anni potremo incontrare Hyundai MobEDmentre ci consegna un pacco, accompagna un tecnico lungo i corridoi di uno stabilimento o trasporta strumenti delicati da un laboratorio all’altro. Non più scena da video virale, ma parte silenziosa del tessuto urbano e industriale.
Per Hyundai Motor Group, che ha già messo un piede nella robotica con l’acquisizione di Boston Dynamics, MobED è la prova che le competenze dell’auto possono migrare verso nuovi territori: stessa attenzione alla dinamica del veicolo, stesso uso spinto di intelligenza artificiale, ma applicati a un oggetto che non porta persone, bensì servizi, lavoro, assistenza. È un tassello di quel futuro in cui dire “prendo il robot” sarà normale quanto dire “prendo l’auto”, e in cui una piattaforma robotica come MobED diventerà uno dei mattoni invisibili della mobilità di domani.

















