Lancia ed Elle Italia unite contro la violenza sulle donne

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Non è stata una celebrazione in cartellone, né una tappa da spuntare nel calendario delle ricorrenze. Alle Cavallerizze di Milano, l’evento “Insieme per proteggere. Creiamo Futuro, non barriere” ha trasformato la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne in un vero laboratorio di idee ed emozioni condivise. Voluto da Elle Italia in sinergia con Lancia, l’incontro ha scelto di scendere dove il dibattito fa più male: nella zona grigia in cui la violenza di genere si insinua nei rapporti quotidiani, molto prima di diventare cronaca nera.

L’obiettivo dichiarato era ambizioso: non solo sensibilizzare, ma costruire un ponte reale tra maschile e femminile, ricucendo un dialogo spesso interrotto o distorto da stereotipi, paura e silenzi. In sala, professionisti della cultura, dello sport, del mondo aziendale e dell’impegno sociale hanno dato vita a una narrazione corale, in cui la parola non è rimasta teoria, ma si è trasformata in chiamata all’azione.

Road to Elle Active!: un palcoscenico per l’empowerment femminile

La serata milanese si inserisce nel percorso Road to Elle Active!, il progetto con cui Elle Italia esplora da tempo le nuove geografie dell’empowerment femminile. Dopo gli appuntamenti estivi al Teatro Gerolamo, questo nuovo capitolo ha alzato l’asticella per intensità e profondità.

La direttrice Manuela Ravasio ha guidato il pubblico dentro una trama di testimonianze che ha superato il format del classico talk. Ogni ospite ha portato un pezzo di esperienza, dimostrando che la lotta alla violenza sulle donne non può essere delegata a un solo ambito. Serve un’alleanza trasversale tra media, aziende, sport e teatro, capace di generare un cambiamento culturale diffuso, non solo una campagna social a scadenza.

In questo contesto, il contributo di Lancia non è apparso come una semplice sponsorship, ma come l’ingresso in campo di un brand che decide di usare il proprio peso comunicativo per spostare lo sguardo dal prodotto alla responsabilità sociale.

Educazione emotiva, libri e sport: i primi anticorpi contro la violenza

Il dibattito si è aperto toccando uno dei nervi più scoperti: la mancanza di educazione emotiva. La conduttrice Camila Raznovich, reduce dal suo spettacolo Lovelife, ha ricordato come la prevenzione cominci molto prima dell’abuso, nelle scuole e nelle famiglie, quando si insegna ai ragazzi e alle ragazze a dare nome alle proprie emozioni, a riconoscere i confini, a dire no.

Accanto a lei, Carlotta Sanzogni, Digital Advisor di Il Libraccio, ha portato il punto di vista dei libri come strumento di resistenza. La letteratura non è solo evasione, ma una lente capace di far emergere le dinamiche delle relazioni tossiche, prima che diventino gabbie. In questo scenario, anche lo sport è salito sul palco come alleato inatteso: i campioni di pattinaggio Sara Conti e Niccolò Macii hanno raccontato la loro esperienza di coppia sul ghiaccio e nella vita, dimostrando come il rispetto reciproco, la fiducia e l’ascolto siano i veri ingredienti del successo, lontano da qualsiasi logica di possesso o prevaricazione.

Il messaggio è passato chiaro: la prevenzione non è uno slogan, ma un lavoro quotidiano di semina culturale, fatto di parole giuste al momento giusto, di esempi positivi, di modelli alternativi a una maschilità fragile che spesso sfocia nella violenza.

Il monologo di Cristiana Capotondi e l’airbag rosa di Lancia

Il momento più intenso è arrivato quando le luci si sono abbassate e sul palco è rimasta solo Cristiana Capotondi. Con Faces, un monologo asciutto e potente, l’attrice ha dato corpo alle mille forme della violenza psicologica: non solo lividi, ma controllo, svalutazione, isolamento, manipolazione. Ogni frase ha lavorato sui non detti, spingendo il pubblico a riconoscere quei segnali che troppo spesso vengono minimizzati o normalizzati. È stato un atto artistico e insieme politico: rompere lo schema del silenzio, spostando la violenza dal privato al terreno della responsabilità collettiva.

Da lì, il racconto è passato alle soluzioni concrete. Nella tavola rotonda “Sensibilizzare e proteggere”, la CEO di Lancia, Roberta Zerbi, ha presentato la campagna “Insieme per proteggere”, sviluppata con l’agenzia creativa 777. Al centro, un’immagine destinata a rimanere impressa: un airbag rosa che esplode in slow motion. Non è un vezzo estetico, ma il simbolo della rete di sicurezza rappresentata dal numero 1522, il servizio pubblico antiviolenza e stalking. Così come la tecnologia dell’auto protegge i passeggeri, allo stesso modo la società deve garantire strumenti immediati di protezione alle donne che chiedono aiuto.

Cristiana Capotondi, già protagonista della campagna “Punch” di Lancia nel 2022, ha rinnovato il proprio impegno, a conferma che la continuità nel raccontare questi temi è l’unico modo per scalfire abitudini e pregiudizi radicati.

Oltre la ricorrenza: un impegno che deve restare acceso

Nelle parole finali di Roberta Zerbi c’è forse il cuore dell’intera serata: “Non ci sono momenti ideali per lanciare una campagna di sensibilizzazione, perché ogni istante è quello giusto per dire no alla violenza”. Non basta indignarsi il 25 novembre, serve tenere accesa la luce tutto l’anno.

La collaborazione con Elisa Ercoli, presidente di Differenza Donna, ha garantito che l’azione non restasse confinata alla dimensione mediatica. Dietro l’airbag rosa e le immagini della campagna ci sono sportelli, ascolto, supporto psicologico e legale per chi cerca una via di uscita. È qui che la partnership tra aziende, associazioni e media dimostra la sua forza: trasformare una creatività potente in protezione reale per le donne.

Quando il pubblico ha lasciato Le Cavallerizze, la sensazione era quella di aver assistito a qualcosa di più di un evento ben costruito. Era l’idea che un pezzo di futuro fosse stato messo in moto: un futuro in cui la mobilità, il teatro, lo sport e l’informazione lavorano insieme per abbattere le barriere della paura e dell’isolamento, proteggendo davvero la libertà e la vita di ogni donna.