Stellantis, Xavier contro Robert: il peso del seggio francese

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Da fuori sembra una storia da romanzo industriale: due cugini, un cognome pesante e una poltrona sola nel CdA di Stellantis. Dentro il gruppo, però, la sfida tra Xavier Peugeot e Robert Peugeot viene letta come un passaggio molto più profondo, capace di spostare il baricentro del costruttore nato dalla fusione tra PSA e FCA.

Per anni l’asse delle decisioni è stato percepito come a trazione francese, con la famiglia Peugeot a fare da garante di continuità. L’arrivo di Antonio Filosa, manager italiano chiamato a guidare Stellantis, ha rimesso in movimento equilibri delicati, dando più voce all’anima ex-FCA e spingendo tutti i grandi azionisti a riposizionarsi. In questo scenario, perdere o conquistare l’unico seggio di famiglia nel board non è un dettaglio: significa decidere quanta influenza francese resterà nei piani industriali dei prossimi anni.

Chi siederà su quella poltrona dovrà tenere insieme una eredità centenaria e una governance ormai globale, dove contano le sensibilità di Torino come quelle di Parigi e Detroit. È il motivo per cui questo derby non assomiglia a un regolamento di conti privato, ma a un vero confronto su che cosa debba essere Stellantis domani.

Xavier contro Robert: due visioni per la famiglia Peugeot

Per molto tempo Robert Peugeot è stato il volto istituzionale della famiglia Peugeot ai vertici del gruppo. Presenza forte ma discreta, più finanziaria che operativa, ha incarnato l’idea di un azionista storico che difende stabilità, prudenza e equilibrio tra i poli di potere: Exor, Stato francese, clan Peugeot stesso. È un profilo che rassicura i mercati, parla il linguaggio dei bilanci e della continuità.

Di fronte a lui c’è Xavier Peugeot, oggi alla guida di DS Automobiles, ultimo discendente direttamente immerso nel mestiere di fare auto. La sua candidatura al CdA Stellantis racconta un’altra ambizione: tornare a incidere sulle scelte industriali, dal posizionamento dei marchi al ritmo dell’elettrificazione, passando per gli investimenti negli stabilimenti europei. Nelle letture della stampa internazionale, Xavier appare come il portabandiera di una linea più assertiva, decisa a far pesare di nuovo la storia Peugeot dentro un gruppo dove l’“anima” ex-FCA, con Filosa in cabina di regia, è diventata molto più visibile.

Non è solo una questione generazionale. In gioco ci sono due modi di interpretare il ruolo dell’azionista: da un lato chi si vede soprattutto come garante di stabilità di lungo periodo, dall’altro chi chiede spazio per rilanciare l’identità francesedentro una multinazionale che non appartiene più a una sola nazione.

Gli equilibri nel gruppo di Filosa

Qualunque sarà l’esito, il derby Xavier Peugeot contro Robert Peugeot non resterà confinato alle stanze della holding di famiglia. Se a spuntarla sarà Xavier, al tavolo del CdA si siederà un profilo più vicino al prodotto, ai marchi, alle fabbriche. Potrebbe spingere per una lettura diversa della strategia di mobilità elettrica dei brand francesi, del ruolo di DS nella fascia premium e del peso degli stabilimenti d’Oltralpe nei piani di investimento.

La conferma di Robert, invece, segnerebbe una sorta di “status quo vigilato”: la scelta di proseguire sulla rotta inaugurata da Antonio Filosa, con la famiglia Peugeot presente ma meno interventista, concentrata sul valore della partecipazione azionaria più che sulla quotidianità industriale.

Mentre gli osservatori internazionali leggono questa partita come un test per la capacità di Stellantis di gestire una governance complessa, il derby dei Peugeot diventa simbolico. Nella scelta tra Xavier Peugeot e Robert Peugeot non si decide solo un nome in organigramma, ma il peso che la tradizione francese avrà accanto alla trazione italo-americana del gruppo. In quella poltrona, in fondo, si incrocia il futuro di una famiglia e quello di uno dei colossi dell’auto mondiale.