A GIUGNO CADE ANCORA IL MERCATO AUTO (-23%).

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Malgrado il giorno lavorativo in più e la riapertura della maggior parte delle attività economiche dopo l’emergenza sanitaria da COVID-19, a giugno crolla ancora il mercato delle autovetture, che fa registrare un -23% rispetto a giugno del 2019.

Cadono tutti i canali, del 7,7% i privati, del 39% il noleggio (con il segmento a breve termine giù del 72%) e del 44% le società.

Secondo i dati diffusi oggi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a giugno calano a 132.457 unità le registrazioni di autovetture, rispetto alle 172.312 dello stesso mese dello scorso anno, con una perdita di circa 40.000 unità.

Nel primo semestre le immatricolazioni in meno diventano quindi quasi 500.000, da 1.083.184 a 583.960 unità, un tracollo del 46%.

“Nonostante la quasi completa riapertura dell’economia – commenta Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere – continua a giugno l’emorragia di immatricolazioni per la crisi senza precedenti innescata dal COVID-19, con una perdita che, senza il giorno lavorativo in più, sarebbe stata di quasi il 30%.”

“Come atteso, la mera ripartenza delle attività economiche – continua Crisci – non basta a riavviare la domanda di autovetture da parte di famiglie e imprese, fiaccate dalla lunga chiusura e dalle fortissime preoccupazioni per un futuro altamente incerto”.

“Proiettando il dato di giugno sul secondo semestre, il mercato perderebbe altre 200.000 immatricolazioni, che, insieme al mezzo milione perso nei primi sei mesi, si tradurrebbero in un crollo della domanda di autovetture nel 2020 a 1.200.000 unità, una incombente débâcle denunciata da UNRAE già 4 mesi fa”.

“D’altra parte – prosegue Crisci – il sistema della distribuzione auto è in grandissima sofferenza, stretto tra la debolezza della domanda e la grave crisi di liquidità che l’attanaglia, appesantito da centinaia di migliaia di veicoli in stock e con le risorse messe a disposizione dal Decreto Liquidità che faticano a essere erogate”.

“Mentre negli altri paesi europei – Germania e Francia in primis, ma anche Spagna, il cui piano da 3,75 miliardi di Euro è da notare sia per l’ambizione degli obiettivi sia per il principio di neutralità tecnologica che afferma – i rispettivi Governi hanno già dato risposte chiare e forti, prosegue l’assordante silenzio del Governo italiano. A conferma dell’efficacia di specifici piani di sostegno al settore auto, già a giugno il mercato francese, il primo a pubblicare dati mensili, è tornato in positivo”.

 

“In tale contesto, è sempre più urgente l’adozione di interventi a sostegno del settore auto, per il rischio concreto di chiusura nei prossimi mesi di centinaia di imprese della filiera della distribuzione e della conseguente scomparsa di migliaia di posti di lavoro.”

“Chiediamo quindi al Governo – conclude il Presidente – un provvedimento “verticale”, con misure specifiche per il settore automotive, con l’obiettivo di accelerare il rinnovo del vetusto parco circolante, pericoloso sia per l’ambiente sia per la sicurezza dei cittadini, e di sostenere il rilancio della domanda, nel rispetto della neutralità tecnologica e senza tetti di prezzo dell’autovettura. Chiediamo inoltre l’allineamento del regime fiscale sulle auto aziendali a quello degli altri paesi europei, a partire dalla detrazione dell’IVA al 100%. E’ vieppiù importante, inoltre, l’erogazione alle imprese della filiera distributiva auto delle ingenti risorse messe a disposizione dal Decreto Liquidità.”

“Un serio, concreto e immediato piano di sostegno, adeguato nella misura alla estrema gravità della crisi, eviterebbe ulteriori perdite e potrebbe cercare di recuperare parte della domanda svanita, con un impatto positivo anche sull’Erario, che in assenza di tale intervento, perderebbe entrate da IVA per circa 3 miliardi di Euro.”