Audi ad Argotec Open SPACE: la contaminazione multisettoriale fonte per lo sviluppo di tecnologie avanguardistiche

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Audi e Argotec, società d’ingegneria aerospaziale italiana fondata nel 2008 a Torino ed eccellenza mondiale nella produzione di microsatelliti, condividono un approccio strategico che poggia su valori cardine quali la contaminazione e l’osmosi verso altre discipline. Il recepimento di soluzioni hi-tech da molteplici mondi esterni al settore automotive consente alla Casa dei quattro anelli di sviluppare tecnologie avanguardistiche in grado di tradurre sicurezza, efficienza, comfort e risparmio di tempo in benefici a vantaggio sia del singolo sia della società.

Aprire la propria visuale, esplorare, contaminarsi con idee nuove, applicare in modo creativo soluzioni apparentemente distanti dal proprio mondo: queste sono le condizioni necessarie per innovare. E proprio innovazione e avanguardia sono i driver che connotano Audi, sempre alla ricerca di soluzioni che anticipano il futuro.

La propensione all’eccellenza e allo sviluppo di soluzioni futuristiche hanno avvicinato Audi e Argotec, società d’ingegneria aerospaziale italiana fondata nel 2008 a Torino da David Avino, specializzata nella produzione di piattaforme satellitari di piccole dimensioni per lo spazio profondo e nello sviluppo di soluzioni ingegneristiche volte a supportare il comfort degli astronauti durante le missioni spaziali.

Dall’ingegneria aerospaziale all’avionica, dalla chimica alla balistica militare, passando attraverso l’ingegneria ambientale e l’urbanistica, gli esempi di contaminazione intersettoriale da parte di Audi sono molteplici. Può, ad esempio, una navicella spaziale ispirare la gestione dei sistemi di assistenza al guidatore? La risposta è affermativa. Si pensi alle immagini trasmesse dalle sonde spaziali: immagini continue, ad ampio spettro, di ciò che circonda gli oggetti volanti. Una strategia d’analisi adottata dalle vetture della famiglia high-end Audi. La centralina Zfas per la gestione degli ADAS, grazie al rilevamento dei dati mediante sensori radar, telecamere e sensori a ultrasuoni, realizza proprio un’immagine continua dell’ambiente circostante l’auto. Una vera e propria “ispezione digitale” senza soluzione di continuità del mondo circostante, così da consentire ai sistemi di assistenza d’intervenire con precisione e tempestività qualora rilevino un ostacolo. La sicurezza stradale, in primis individuale e per estensione collettiva, diviene “spaziale”.

L’utilizzo dei droni, vale a dire di aeromobili senza pilota a guida remota, è da tempo consolidato in ambito militare, tanto che le prime applicazioni risalgono alla Seconda guerra mondiale. Efficaci, precisi e tecnologicamente raffinati, i droni entrano in scena nel mondo automotive grazie alla concept Audi AI:TRAIL quattro – presentata in occasione del recente Salone di Francoforte – che porta il concetto d’illuminazione su di un nuovo, futuristico, livello. Amovibili, multifunzionali e tutt’altro che convenzionali, le fonti luminose di AI:TRAIL quattro sono affidate a cinque droni triangolari, privi di rotore e azionati elettricamente, che sostituiscono i comuni fari abbaglianti e anabbaglianti. Corredati di punti luce a LED Matrix, sono in grado di atterrare sul tetto del veicolo e di volare dinanzi alla concept dei quattro anelli illuminando il percorso e trasmettendo le immagini del terreno sul display dinanzi al conducente. I droni Audi divengono veri e propri occhi volanti a vantaggio della sicurezza di marcia, estremamente efficaci qualora si debba affrontare un terreno potenzialmente pericoloso come un tratto di strada allagato. Una funzione che massimizza la tutela del singolo guidatore, ma che al tempo stesso opera a favore della collettività, con la vettura dei quattro anelli chiamata ad agire da “esploratrice” e “sentinella” a beneficio di tutti gli automobilisti.

I fari a LED di Audi R8, A8, A7 Sportback, Q7 e A5 sfruttano la tecnologia laser, la cui prima applicazione a quattro anelli risale al 2014 sia in ambito racing, con Audi R18 TDI a Le Mans, sia in ambito stradale con la supercar R8 LMX. Una tecnologia da oltre 40 anni protagonista nel settore militare, più precisamente nel campo della balistica per il rilevamento delle distanze, delle traiettorie di tiro e per i sistemi di puntamento, e che grazie ad Audi ha trovato declinazione nel mondo automotive. In questo caso con finalità non offensive bensì difensive, a nobilitazione di una tecnologia che consente di massimizzare la sicurezza. La luce laser Audi, riconoscibile dal marcatore blu, raddoppia il raggio d’azione degli abbaglianti garantendo in qualsiasi frangente le condizioni visive ideali per l’occhio umano.

E ancora, Audi è il primo costruttore premium al mondo a realizzare automobili grazie a un processo che non genera acque di scarto. Nello stabilimento di San José Chiapa, in Messico, la Casa dei quattro anelli ha sviluppato un innovativo sistema di depurazione in grado di trattare il 100% delle acque reflue, purificandole affinché alimentino la fabbrica. Non meno innovativa la gestione del ciclo dell’acqua presso la sede di Ingolstadt. Il 50% dei reflui beneficia di un trattamento chimico-fisico volto al riutilizzo, così da abbattere i residui acidi e i metalli pesanti. Il ricorso a un bioreattore a membrana, che abbina la tecnologia della depurazione biologica a fanghi attivi a quella della separazione del fango con membrane in sostituzione della classica sedimentazione per gravità, permette di risparmiare ogni anno fino a 500.000 metri cubi d’acqua dolce e, al tempo stesso, afferma un nuovo primato tecnologico: spore, batteri e virus – diversamente dai sistemi di depurazione ordinari – vengono abbattuti integralmente. Audi recepisce le più raffinate tecnologie in materia d’ingegneria ambientale.

La Casa dei quattro anelli attinge non solo alle applicazioni pratiche delle discipline scientifiche e umanistiche ma anche ai principi cardine della conoscenza. Dalla cibernetica, più precisamente dall’omeostasi, recepisce gli studi del fisiologo Walter Cannon, secondo il quale i cambiamenti negli equilibri interni che hanno luogo in risposta a stimoli aggressivi provenienti dall’esterno possono garantire la sopravvivenza di un organismo. Le teorie di Cannon sono alla base dei metodi di apprendimento automatico – denominati machine learning – dell’intelligenza artificiale Audi. L’IA, che opera in modo reattivo e predittivo nei confronti degli eventi esterni, acquisisce nozioni proprie e calibra le funzioni della vettura in base ai comportamenti e alle esigenze tanto del conducente quanto della realtà circostante. Fornisce consigli in modo proattivo, scongiurando sul nascere eventuali pericoli. Una logica d’azione che trova applicazione sia nei sistemi di navigazione appannaggio dell’intera gamma Audi sia nella gestione centralizzata delle tecnologie di assistenza alla guida.

Il recepimento di soluzioni hi-tech da molteplici mondi e discipline esterni al settore automotive consente ad Audi non solo di confermare il motto “all’avanguardia della tecnica”, storicamente marchio di fabbrica dei quattro anelli, ma soprattutto di aspirare sempre più fattivamente all’eccellenza tecnologica. Una contaminazione che porta allo sviluppo di tecnologie avanguardistiche ed etiche, in grado di tradurre sicurezza, efficienza, comfort e risparmio di tempo in benefici a vantaggio sia del singolo sia della società.